Dal regime dei talebani a quello degli Ayatollah. Dalle proteste fuori dall’Università di Kabul, da cui le donne sono state espulse, alle rivolte scoppiate a Theran dopo l’uccisione di Mahsa Amin...
Aqela Sadat
Aqela Sadat è una rifugiata afgana di 29 anni. Ha due figlie di 17 e 16 anni e un figlio di 14 anni. Quando aveva solo 12 anni è stata costretta a sposarsi con un uomo molto più anziano, violento e con problemi di tossicodipendenza. A tredici anni ha avuto il primo figlio, mentre altri due li ha persi ancora prima che nascessero. Studiando da sola è riuscita a prendere il diploma, è stata ammessa all’accademia di polizia e poi assunta nelle Forze Speciali, dove ha lavorato con vari ruoli per 5 anni. Dopo anni di violenze e abusi da parte del marito, ha denunciato l'uomo e chiesto il divorzio. Dopo due anni di latitanza l'uomo è tornato a cercarla dalla famiglia. Non trovandola, ha compiuto un massacro da cui si è salvata soltanto la madre. L'uomo è stato rimesso in libertà con l'avvento dei talebani, ricominciando a braccarla. In condizioni di estrema povertà assieme ai figli, si è rivolta a Nove Onlus, finendo sotto protezione in attesa di poter essere trasferita in Pakistan. Dopo vari mesi di attesa è arrivato il nulla osta per il corridoio umanitario. Attualmente si trova a Bari.