La Riforma europea sul Copyright. I diritti e le libertà dei cittadini schiacciati tra le pressioni dell'industria del copyright e degli editori da un lato e quelle delle aziende tech dall'altro.

L'uso dei filtri nella regolamentazione della rete: dalla riforma del copyright alle norme per il contrasto al terrorismo. Rischi e problemi dei sistemi di filtraggio.

Una riforma delle norme europee in materia di copyright è ormai indifferibile, essendo risalenti ad un'epoca nella quale Internet era completamente diversa da come è oggi. L'evoluzione delle tecnologie digitali ha portato a un cambiamento epocale, con una distribuzione capillare dei contenuti digitali e la cancellazione dell'"utente finale" a favore di un utente "prosumer", con una rete che consente nuovi modelli di business (crowdfunding, volontariato, servizi di distribuzione e advertising, ecc...) e che stimola la partecipazione sociale e politica, alimenta il dibattito di massa, la condivisione della cultura.

Eppure, da oltre due anni a Bruxelles è in discussione una riforma delle norme in materia di copyright che invece inspiegabilmente prende la vecchia normativa, adatta a regolamentare i rapporti tra aziende, e la cala dall'alto nell'ambiente digitale, ormai luogo di esplicazione dei diritti dei cittadini e di esercizio della libertà di manifestazione del pensiero.

Molti addetti ai lavori, accademici e organizzazioni che tutelano i diritti in rete, ritengono che il testo penalizzerà i lettori di notizie online, i social media, le startup, la ricerca accademica, gli stessi giornalisti e creators che si assume di voler tutelare con le nuove norme, negando nel contempo i diritti fondamentali ai cittadini.

È giusto rendere le piattaforme online corresponsabili dei contenuti online? Il filtraggio preventivo dei contenuti immessi online è il modo migliore per affrontare queste sfide?

Organizzato in collaborazione con il Centro di Ricerca Coordinato in Information Society Law dell’Università degli Studi di Milano.

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